Siamo andati in Messico, non solo per incontrare Victor ma sicuramente la sua storia è stata una delle più interessanti incontrate. Non potevo non intervistarlo.
Victor è messicano, ha lavorato come chef in Francia e vissuto per otto anni girando in America col suo furgoncino pick up con caravan annesso.
Lo incontriamo nello Yucatan, in una giungla che si trova esattamente al centro della penisola. Ha comprato un bel pezzo di terra, aperto le porte ai volontari attraverso siti web come WorkAway e iniziato a costruire qualche capanna con il loro aiuto. Al nostro arrivo troviamo una grande capanna in cui c’è cucina e soggiorno, una capanna più piccola ad uso abitativo, una capanna con solo tetto e recinto per i cavalli e infine una stupenda casa sull’albero costruita su due livelli. Victor ha studiato architettura e questo si vede nella struttura della casa sull’albero, sulle line del piano della cucina che segue quella dei rami dell’albero, sul letto matrimoniale posto all’ultimo piano della casetta e protetto da un tetto fatto da foglie di palma. Ma la cosa che cattura di più la nostra attenzione è una vasca da bagno costruita proprio sull’albero. La prima cosa che faccio è proprio metterci i piedi dentro che dopo più di tre ore di guida ne avevano bisogno.
Victor ci prepara un’ottima cena, semplice ma dai sapori strepitosi, il riso bianco ha la forma di una stella e il sapore di coriandolo, che in genere non mi piace ma in quel riso ci sta benissimo. Poi carne e patate al curry, fatto in un modo così delicato che è non riusciamo a più a smettere. Da bere c’è un spremuta di arancio e mandarino a chilometro zero, infatti gli alberi da cui provengono si trovano ad appena qualche metro da noi.
La mattina seguente dopo un’ottima colazione ci prepariamo per l’intervista. Victor non sa bene cosa aspettarsi, lo vedo dai suoi occhi, ma è aperto e disponibile a rispondere a qualsiasi domanda. Niente di complicato: gli chiedo di parlarmi di questo posto, di quello che significa e da quanto vive lì.
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